La canzone si colloca all’interno di un album particolarmente controverso degli Scorpions, a causa della sua copertina originale, che ritraeva il nudo di una bambina, per rievocare il nome stesso dell’album (“Virgin killer”, 1979). Quest’ultimo si riferisce non ad un senso letterale dell’espressione, bensì alla società di quel tempo, che corrompeva e minava l’innocenza.
Sforzati ad usare il tuo cervello,
l’unica via per andare avanti:
un sacco di cose sono solo una bugia.Questo mondo che amiamo va giù in preda al dolore
con odio e giochi di sangue,
un punto interrogativo nel cielo.
Crying days invita a non stare al mondo passivamente, bensì ad usare la testa, e a rendersi conto che siamo circondati di bugie, nonché da un mondo che sembra cadere in pezzi, tra odio e giochi di sangue.
Vedi non puoi tenerti a distanza
e non puoi nasconderti
domani, ieri, oggi…Alcuni dicono “lo renderemo migliore”,
alcuni dicono “va già tutto bene”,
alcuni cantano “uniamoci”,
ma nessuno l’ha mai condotto alla salvezza.
Il testo procede affermando che non è possibile nascondersi in eterno né ignorare tutto questo, sebbene in molti si ostinino a credere che il mondo va già bene così, e altri si prodighino – ma solo a parole – per renderlo migliore. Tuttavia nessuno cerca realmente di salvarlo.
Forse io e te.
La canzone si conclude con: «forse io e te» («maybe you and me»), la quale potrebbe suonare come una flebile speranza, ma appare più essere una cieca convinzione: cieca, perché è più una convinzione ideale che non una reale possibilità di cambiare il mondo; convinzione, poiché l’amore di due persone, in quanto tale, migliora il mondo: magari è solo una goccia nell’oceano, ma lo migliora.
Va quindi inteso non con rassegnazione, bensì con l’esortazione ad amarsi in ogni caso, se di amore si parla, o di mantenersi comunque puri e incorrotti. Crying Days è insomma un grido ed incitamento reciproco a restare uniti, a non farsi amalgamare dalla mediocrità dei buoni propositi.