“Mad world” è il singolo che ha portato i Tears For Fears alla notorietà. La canzone racconta il mondo visto da un ragazzo poco più che adolescente, che si rende conto di come la vita delle persone – compresa la propria – giri in tondo senza approdare in realtà a nessuna meta. Tutto sembra insomma andare avanti, ma tutto sembra anche non avere senso.
Il testo è stato scritto da Roland Orzabal ed è cantato da Curt Smith (i due componenti dei Tears For Fears). I due hanno rilasciato numerosissime interviste sull’origine e sul significato della canzone, nonché su alcune chicche che lo riguardano, più difficili da scorgere.
Ne è un esempio l’ultimo verso della canzone, quasi sempre – anche nelle corver – storpiato in «enlarge your world» («allarga il tuo mondo») quando il verso originale è in realtà «Halargian world» («mondo halargiano»). Curt ne parla in una pagina (non più accessibile, ma ne rimane uno stralcio qui) del suo sito: «Con il ritorno in auge della popolarità di “Mad world”, mi si sta chiedendo sempre più frequentemente dell’ultimo verso […]. Il verso reale è: “Halargian world” (non “illogical world”, “raunchy young world” (!), “enlarging your world” o una gran quantità di altre interessanti se non divertenti ipotesi). La vera storia è: Halarge era un pianeta immaginario inventato da Chris Hughes o da Ross Cullum durante la registrazione di “The Hurting” [l’album di cui fa parte Mad world]. L’ho aggiunto come una sorta di scherzo durante la registrazione della voce, e l’abbiamo tenuto. Ed eccolo qui».
Roland ha scritto la canzone quando aveva 19 anni e si trovava ad abitare sopra una pizzeria a Bath, cittadina non troppo distante da Londra. Attraverso la sua finestra osservava il mondo fuori. Ha definito il suo testo «piuttosto povero», giacché dà molti accenni di varie situazioni senza giungere ad un punto definitivo. Tuttavia non è difficile scorgere nella canzone sentimenti di inadeguatezza al mondo, di non trovarvisi bene, di sentirsi alienati. L’intera canzone sembra sottolineare come non ci sia un significato nell’esistenza.
La prima strofa descrive come tutte le facce attorno a sé sembrino familiari («all around me are familiar faces»), in quanto recano tutte la stessa espressione. La scena può anche essere assimilata a quella della fermata di un mezzo, in cui si vedono sempre gli stessi visi ed espressioni, asettici, annoiati, rassegnati. Ogni viso, così come ogni luogo, sembra quindi «consumato» («worn out places, worn out faces») dalla vita, in contrapposizione con gli aggettivi del terzo verso, «luminosi e svegli» («bright and early») per ricominciare, come ogni giorno, i loro giri quotidiani: giri in auto, sui mezzi, a piedi, o semplicemente i giri che si fanno nella vita, cercando di andare avanti e spesso avvitandosi su se stessi. Giri che, proprio per il non-sense che è la vita, «vanno da nessuna parte» («going nowhere»). Da un punto di vista meno metaforico, ci si potrebbe anche riferire alla frenesia che spesso si ha nell’uscire, visitare luoghi, magari giusto per poter dire di averlo fatto, ma senza realmente godersi il momento: girare, andando da nessuna parte.
La seconda strofa acuisce il senso di tristezza e desolazione di queste persone, le cui «lacrime stanno riempendo i loro bicchieri» («their tears are filling up their glasses»). «Glasses» può essere anche tradotto come «occhiali», oltre che «bicchieri». Il cantante si rende conto di quanto sia sconfortante ripetere giorno dopo giorno le stesse cose, la stessa routine, e vorrebbe solo nascondersi, affogare il proprio dolore («hide my head, I want to drown my sorrow»), nella consapevolezza (o nel desiderio?) che non esiste un domani («no tomorrow»), che tutto ciò che per cui gli esseri umani si muovono continuamente sono solo delle idee immateriali; che, insomma, il “domani” che tutti sognano è solo un’illusione.
Il narratore sembra quasi desiderare la morte: i suoi unici momenti di sollievo sono, infatti, i sogni in cui vede se stesso morire («the dreams in which I’m dying / are the best I’ve ever had»). Ritorna poi il tema della gente che «corre in cerchio» («run in circles»), senza raggiungere nulla di reale alla fine.
Un «mad world», insomma: un mondo folle, malato. La parola «mad» («folle») ha un’accezione diversa da «crazy» e «insane», altri due termini per indicare la follia. Anzi, si trova esattamente nel mezzo: «crazy» sono i comportamenti eccentrici, «insane» riguarda la “pazzia” in senso clinico. «Mad» è qualcuno che è conscio dei propri comportamenti folli e li mette in atto perché sceglie di farlo.
Il testo ora riflette su come da bambini, a differenza che da adulti, ci si entusiasmi per gli anni che passano, scandendoli con i compleanni («happy birthday, happy birthday»), quando si tratta semplicemente di ciò che da grandi soffriranno, ovvero proprio il tempo che viene scandito dai medesimi avvenimenti, dalle medesime cose da fare. Nella realtà, poi, i bambini e gli adolescenti non vengono davvero considerati per come dovrebbero: diventano delle piccole copie degli adulti, devono «sedersi e ascoltare» («sit and listen»). Anche quando vanno a scuola, quest’ultima li tratta come degli automi a cui impartire lezioni sempre uguali e che non li valorizzano come persone. Un ragazzo vorrebbe che il maestro guardasse dentro di lui («look right through me»), anziché essere visto come un numero e non come un individuo.
Il video della canzone mostra Curt Smith che canta dietro una finestra, mentre fuori Roland Orzabal performa una sorta di balletto gestuale (usanza molto in voga nella musica anni ’80). Essendo il testo della canzone piuttosto triste ed interiore, questa scena viene considerata alquanto bizzarra, ma è possibile sia una scelta volta proprio a sottolineare quella follia di cui si parla nella canzone. Sempre per The Guardian, Curt afferma che una delle donne nella scena del compleanno è sua madre. Da notare come tutte le persone in quella festa sono adulte anziché bambini come ci si aspetterebbe.
Sono state realizzate moltissime cover del pezzo, di cui la più celebre è quella di Gary Jules e Michael Andrews (2006), composta come colonna sonora del film “Donnie Darko”. Da citare la versione di Adam Lambert (2009, originariamente live). Si sono cimentati anche artisti italiani quali Elisa (2009) e Marco Mengoni (2010, live). Da segnalare la cover remix di Michael Parsberg.
[expand title=”Testo”]MAD WORLD
All around me are familiar faces
Worn out places, worn out faces
Bright and early for their daily races
Going nowhere, going nowhere
Their tears are filling up their glasses
No expression, no expression
Hide my head, I want to drown my sorrow
No tomorrow, no tomorrow
And I find it kinda funny
I find it kinda sad
The dreams in which I’m dying
are the best I’ve ever had
I find it hard to tell you
‘cause I find it hard to take
When people run in circles
It’s a very, very
mad world, mad world
mad world, mad world
Children waiting for the day they feel good
Happy birthday, happy birthday
Made to feel the way that every child should
sit and listen, sit and listen
Went to school and I was very nervous
No one knew me, no one knew me
Hello teacher, tell me what’s my lesson
Look right through me, look right through me
And I find it kinda funny
I find it kinda sad
The dreams in which I’m dying
are the best I’ve ever had
I find it hard to tell you
‘cause find it hard to take
When people run in circles
It’s a very, very
mad world, mad world
mad world, mad world
And I find it kinda funny
I find it kinda sad
The dreams in which I’m dying
are the best I’ve ever had
I find it hard to tell you
‘cause I find it hard to take
When people run in circles
It’s a very, very
mad world, mad world
Halargian world, mad world[/expand]
[expand title=”Traduzione”]MONDO FOLLE
Tutt’intorno a me ci sono facce familiari
Posti consumati, facce consumate
Brillanti e svegli per i loro giri quotidiani
Andando da nessuna parte, andando da nessuna parte
Le loro lacrime stanno riempendo i loro bicchieri
Nessuna espressione, nessuna espressione
Nascondo la mia testa, voglio annegare il mio dolore
Nessun domani, nessun domani
E lo trovo un po’ divertente
Lo trovo un po’ triste
Che i sogni in cui sto morendo
sono i migliori che abbia mai avuto
Trovo difficile spiegartelo
perché lo trovo difficile da comprendere
Quando la gente corre in cerchio
È davvero, davvero un
mondo folle, mondo folle
mondo folle, mondo folle
Bambini che aspettano il giorno in cui staranno bene
Buon compleanno, buon compleanno
Ti fanno sentire nel modo in cui ogni bambino dovrebbe
stare seduto e ascoltare, stare seduto e ascoltare
Sono andato a scuola ed ero assai nervoso
Nessuno mi conosceva, nessuno mi conosceva
Salve maestro, mi dica qual è la lezione
Guardi dentro di me, guardi dentro di me
E lo trovo un po’ divertente
Lo trovo un po’ triste
Che i sogni in cui muoio
siano i migliori che abbia mai avuto
Trovo difficile spiegartelo
perché lo trovo difficile da comprendere
Quando la gente corre in cerchio
È davvero, davvero un
mondo folle, mondo folle
mondo folle, mondo folle
E lo trovo un po’ divertente
Lo trovo un po’ triste
Che i sogni in cui muoio
siano i migliori che abbia mai avuto
Trovo difficile spiegartelo
perché lo trovo difficile da comprendere
Quando la gente corre in cerchio
È davvero, davvero un
mondo folle, mondo folle
mondo halargiano, mondo folle[/expand]