Il nuovo singolo del cantante rapper Fedez, pseudonimo di Federico Leonardo Lucia, è particolarmente toccante, dissacrante, sconvolgente e molto provocatorio, al pari delle immagini del video che, a tratti, sembrano piuttosto cruente.
Fedez, nel corso della sua carriera, è stato molte volte oggetto di discussioni. Intorno al suo personaggio pubblico sono state imbastite numerose polemiche: a volte è sembrato essere la tipica persona contro tutti, e tutto il mondo contro di lui.
Negli ultimi tempi i suoi testi si erano un po’ allontanati dal mondo rap, in cui, com’è noto, viene descritto il disagio sociale, le disfunzioni e le inefficienze politiche, e in cui viene prevalentemente usato il linguaggio di strada. In Morire Morire le espressioni usate sono decisamente licenziose e forti.
In Morire morire Fedez sembra tornare alle sue origini musicali con qualche rimpianto della sua gioventù, tanto da creare un brano doloroso e travolgente, ma anche parecchio introspettivo.
Il brano, molto critico nei confronti del mondo moderno, è allegorico e intriso di metafore che vogliono essere moniti, esortazioni e insegnamenti.
Nel testo sono chiari i riferimenti alla sua vita passata, agli attacchi degli haters, alla chiesa, ai politici, ai giornalisti e a chiunque sia consentito mortificare chi è incapace di difendersi.
“Esci”, mi hai detto, “esci”,
come se non li sapessi i miei difetti.
“Cresci”, mi hai detto, “cresci”:
tacco alto e piedi freddi, mi calpesti.
Non vedi l’ora che io vada in tour,
così per un mese mi levo dal c***o,
ma poi mi richiami e ne vuoi di più,
come gli immobili del Vaticano.
E i miei piccoli errori di gioventù,
se c’è l’amore, li paghi di più.
Scusa, ogni tanto mi torna su,
anche se ho smesso con tutto già da qualche anno.
I versi iniziali sembrano riferirsi al passato del cantante, quando non pensava che a divertirsi. Quelli erano i tempi in cui sapeva di avere tanti difetti, debolezze che avrebbe dovuto colmare maturando con gli anni e assumendosi le proprie responsabilità.
Rievoca il periodo in cui amava circondarsi di ragazze solo per la loro estetica, intavolando relazioni prive di sentimento. Erano le stesse che non vedevano l’ora che lui si allontanasse per i suoi concerti così da rimanere libere di vivere la loro vita: d’altronde si trattava storie passeggere che lui stesso considerava senza importanza.
Ma quando incontra la ragazza giusta, quella che lo fa innamorare, non esita a dimenticare ciò che è stato in passato per lasciare posto al nuovo modo di vivere un rapporto a due, accorrendo ogni qualvolta lei lo voglia. Rammenta i suoi errori di gioventù e, ora che nella sua vita ha un punto fermo, li ritiene ormai lontani dalle sue corde.
Poi ti ho cercata tutti i sabati.
Morire, morire per te.
Proprio perché innamorato, ha iniziato a desiderare una stabilità cercando lei più spesso, tutti i sabati. Sapeva che quello era solo un pretesto per non ammettere che lui già moriva per lei.
Morire, morire, morire,
ogni c***o di volta, morire per te,
come se stanotte fosse l’ultima.
Morire, morire, morire
per quello che conta, per le proprie idee.
Morire, morire, morire,
ogni c***o di volta, morire per te
e poi svegliarmi a pezzi come gli hooligan.
Tra questi versi potrebbe esserci un riferimento alla canzone Morire per delle idee di Fabrizio De André, brano che all’apparenza può sembra idealistico, ma che in realtà parla di come a volte ci si sofferma su un’ideologia e si combatte per essa tutta la vita, per poi rendersi conto, quando ormai è troppo tardi, che forse l’idea “giusta” era un’altra.
Il suo, insieme alla sua donna, è un rapporto impulsivo e passionale: le loro notti sono accese, lasciano senza fiato ed esausti come di solito sono alcune tifoserie violente.
Fa diversi riferimenti a certe pratiche in uso tra le persone, prevalentemente ragazzini, che per affrontare i loro disagi ricercano rimedi dannosi, forse perché non soddisfatti della vita che conducono o che vorrebbero.
Lui, invece, quello che voleva lo ha avuto con la donna della sua vita, che per lui non è più un gioco ma qualcosa di serio, che gli ha preso il cuore.
Il video è molto recitato ma d’effetto. Alcune immagini colpiscono molto, sono forti, penetranti.
Inizia con Fedez che avanza, nel suo abito fucsia, distinguendosi nel buio della strada tra due bodyguard che lo proteggono dalle incursioni dei fan. Soprattutto lo schermano dagli attacchi di chi vuole colpirlo, di chi non gradisce le sue prese di posizione e di chi non condivide le sue battaglie.
Infatti, di lì a poco, privo delle guardie del corpo, viene prima avvicinato da giornalisti e reporter, avvezzi a cercare sempre scoop, e dopo aggredito da un gruppo di persone comuni che inveiscono contro di lui, lo spintonano e addirittura lo colpiscono con vari oggetti. Viene anche avvicinato da altri uomini armati di mazze da baseball, una vera e propria gang, che lo picchiano così duramente da farlo accasciare per terra.
Ecco che interviene un uomo politico, presumibilmente un sindaco, visto che indossa la fascia tricolore, che, invece di sostenerlo e aiutarlo, come dovrebbe fare la politica oggi ancor più di ieri, lo umilia mentre è ancora per terra.
E, purtroppo, come spesso accade da qualche tempo, invece di essere soccorso, visto che è sanguinante e stramazzato al suolo, un gruppo di ragazzi gli si avvicina per farsi i selfie, indifferenti nel vederlo in sofferenza. Qualcuno gli mette al collo un cappio come se fosse un animale da prendere al laccio.
Considerato che nei confronti del cantante vi è da più parti un’ostilità importante, ora siamo in presenza di alcuni uomini che lo legano su una barella, ma il proposito non è quello di curarlo, bensì di portarlo al cospetto di un prete che, senza pensarci su un attimo, lo accoltella al petto lasciando una vistosa ferita. Piano piano si espande, lasciandolo tramortito tra gli sguardi attoniti dei fedeli presenti alla funzione religiosa.
Il colpo di grazia glielo danno alcuni uomini armati fino ai denti che, malgrado lui sia gravemente ferito e anche bloccato da una camicia di forza, gli sparano raffiche di fuoco, giustiziandolo.
Come fosse una sintesi finale, il video si conclude con l’immagine di copertina dell’album (Disumano) da cui è tratto il brano, raffigurante due statue:
L’artista Francesco Vezzoli rielabora alcuni modelli estetici classici – come le statue antiche – in chiave ultra pop: l’opera che ha realizzato per la cover di Disumano [album da cui è tratta Morire morire] si chiama “Il Narcisista Pessimista” ed è densa di significati simbolici. Entrambe le statue rappresentano Fedez, ma colto in due versioni opposte: in quella bianca è gentile e romantico, e si sporge in avanti per baciare se stesso (da cui il narcisismo del titolo). In quella nera invece è spaventato, disgustato, e si ritrae: perfino i tagli di capelli sottolineano la differenza. Le due statue alludono alla costante lotta interiore che Fedez esplora nel disco: il successo e il fallimento, l’amore e l’odio, le speranze e le paure. La dicotomia bianco e nero è il più classico esempio dell’incontro (e lo scontro) tra il bene e il male.
Fonte: Fanpage