My demons (Starset)

Nei momenti più oscuri della nostra vita, la sensazione è quella di non riuscire a condividere niente del proprio dolore, ché tanto gli altri non saranno in grado di capirlo.

In alcuni casi si ha la fortuna di trovare una persona a cui appoggiarsi: è una cosa positiva, purché si tratti di un sostegno reale e consensuale, non semplicemente un’idea nella nostra mente.

Questa canzone sembra essere una preghiera fatta a qualcuno a cui non solo ci si sente di poter confidare il proprio malessere, ma anche a cui affidarsi per poter essere “salvati” dalle proprie circostanze sgradevoli.

Spesso e volentieri questo effetto è dato anche semplicemente dall’innamorarsi di qualcuno. Il frontman degli Starset, Dustin Bates, ha descritto così il significato della canzone My Demons:

L’oppresso protagonista-supereroe acquisisce potere da un interesse amoroso.
—Dustin Bates

Fonte: New Noise

L’oggetto delle nostre attenzioni diventa allora un’àncora di salvezza per stare meglio, per poter fuggire almeno per un po’ dalla pesantezza della vita quotidiana e dai fantasmi della nostra mente. Siamo fortunati se tutto ciò è reciproco e può aiutarci a venir fuori da un abisso spingendoci a ricercare le risorse di cui abbiamo bisogno per tornare a vedere la luce.

Mayday! Mayday!
La nave sta lentamente affondando.

Metaforicamente, la “nave” su cui si trova il protagonista si trova in procinto di affondare. Ciò sta ad indicare che si è ormai raggiunto quel punto di rottura che porta ad una crisi interiore, in cui sembra che non ci sia più speranza di riaggiustare le cose nella propria vita.

Pensano che sia pazzo, ma non conoscono la sensazione.

Tante volte le persone che ci circondano sembrano non comprendere la situazione in cui ci si trova quando tutto sembra perduto e senza via d’uscita.

Sono tutti intorno a me,
girando in tondo come avvoltoi,
vogliono rompermi e lavare via i miei colori.

D’altro canto, trovarsi sull’orlo del baratro significa anche faticare fortemente a fidarsi degli altri, anche quando magari questi ultimi non sono necessariamente armati di cattive intenzioni.

Tuttavia, tutta la negatività che si è assorbita ci fa credere circondati soltanto da nemici, quasi come fossero degli avvoltoi pronti a piombarci addosso.

Portami in alto e canterò:
tu rendi tutto ok.
Siamo un tutt’uno nella stessa cosa:
tu porti via tutto il dolore.

Inizia la preghiera verso la persona amata, unico raggio di sole in mezzo al buio dell’esistenza del protagonista. Egli sente di appartenere a questa persona, così come lei a lui, formando quasi un’unica anima purificata da ogni tormento.

Salvami se diventerò
i miei demoni.

Il punto più basso, a volte di non ritorno, a cui si può giungere durante una crisi esistenziale è lasciarvisi andare totalmente, arrivando a rinnegare se stessi e tutti i propri sogni e desideri, arrivando a diventare esattamente tutto ciò che prima si detestava.

I propri demoni stanno ad indicare quella parte ombrosa che fa parte di ognuno di noi e che spesso rifiutiamo, pur tuttavia venendo silenziosamente guidati da essa e portati alle volte su strade che riteniamo sbagliate.

Non posso fermare questa malattia che prende il sopravvento,
prende il controllo e mi porta nel nulla.
Ho bisogno del tuo aiuto, non posso combatterla per sempre.
So che stai guardando,
posso sentirti qui fuori.

Il protagonista si rende conto che da solo non è in grado di fronteggiare i propri lati oscuri, che prendono il sopravvento sulla sua vita e lo trascinano lontano dalla salvezza.

Il suo appiglio è sempre la persona che ama, la cui presenza gli è di conforto anche soltanto se si limita a vegliarlo, a stargli vicino.

Portami sopra le mura lì sotto,
voliamo per sempre,
non lasciarmi andare.

Come se si trattasse di un angelo, lui le chiede di aiutarlo a volare e condurlo al di sopra dei limiti che si è costruito da solo (le mura), in modo da poter vedere la propria vita da una prospettiva diversa, più alta, libera.

Ho bisogno di un qualcuno che mi salvi per curare il mio dolore
quando divento il mio peggior nemico.

Consapevole di questo lato oscuro che gli appartiene, il protagonista chiede alla sua metà di soccorrerlo nel momento in cui i suoi demoni avranno il dominio su di lui.

Il video della canzone, tuttavia, sovverte completamente il significato del brano, giacché mostra un astronauta che cerca disperatamente di inviare un misterioso messaggio dal futuro, precisamente dall’anno 2047. Riescono a riceverlo sia un operatore di un osservatorio terrestre nel 2013 che anche Nicola Tesla nel 1911, celebre inventore e scopritore designato dell’elettricità.

La discografia degli Starset si basa infatti su una narrazione fantascientifica che ruota intorno alla Starset Society, un’organizzazione fittizia che, per l’appunto, è incaricata di diffondere “il Messaggio”.

Tesla, comunque, nella sua carriera da scienziato avrebbe realmente trovato tracce di vita extraterrestre:

Nel 1901, Tesla ha scritto di aver trovato un segnale extraterrestre nel 1899, in Colorado Springs [comune degli USA]. […] C’è stato un altro segnale nel 1911 e ciò ha un ruolo nel messaggio generale della Starset Society.
—Dustin Bates

Fonte: Loudwire

Nel video, lo scienziato, dopo aver scoperto il messaggio dal futuro, non riesce ad accedere a ulteriori fondi per finanziare il proprio progetto, mentre il tecnico dell’osservatorio non ha successo nella ricezione corretta del messaggio.

Da questo punto di vista, il significato della canzone può avere un senso molto più ampio della semplice richiesta individuale di aiuto: sembra piuttosto una preghiera agli esseri umani di trovarsi tra loro, ascendendo a qualcosa di più alto e diventando un tutt’uno tra di essi, tematica comune a diverse narrazioni di fantascienza.

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