Niente (Ultimo)

Niente è il titolo della canzone che il cantautore italiano Ultimo (pseudonimo di Niccolò Moriconi) ha scritto durante il periodo della pandemia.

Una fase che ha messo tutti a dura prova, acuendo il senso di solitudine e lasciando in alcuni casi delle vere e proprie cicatrici interiori.

Segni indelebili, soprattutto alla salute mentale, di cui ha sentito l’esigenza di parlarne anche Ultimo in un suo post e che ha riferito in un’intervista:

«Noto che se ne parla poco o comunque è sicuramente sottovaluta. La salute mentale, insieme a quella fisica, è la cosa più importante per vivere bene e invece oggi si tende a nascondere quelle parti della vita come la depressione, la solitudine, il dolore. Oggi si tende a mettere ai margini di se stessi tutto questo per non pensarci. Il modo migliore per sconfiggere gli attacchi di panico, nel mio caso, è lasciarsi attraversare completamente dal problema: in questo disco parlo molto del disagio mentale che ho provato in questi anni, ci ho provato, speriamo che il messaggio arrivi».

—Ultimo

Fonte: Radio Italia

Sono state messe in discussione certezze, convinzioni e anche rapporti umani e affettivi che ne hanno sentito e risentito gli effetti.

Questo brano racconta proprio una storia d’amore tormentata che piano piano, tra tanti dissidi, si smorza fino a cessare.

Ultimo descrive così il significato di Niente:

«Mi riporta alla rabbia, volevo comunicare rabbia. L’ho scritto all’inizio e racconta l’apatia che ho provato. Durante il primo periodo del 2020, son tornato da Los Angeles. Sono stato in un periodo in cui non provavo sensazioni. In questa canzone volevo far raccontare l’angoscia e la rabbia che provavo».

—Ultimo

Fonte: Soundsblog

In merito a com’è nato il singolo Niente, risponde:

«Per Niente sono partito dal dire una frase che mi piaceva, “Io sono le mie canzoni”, mi dava l’idea di aver trovato una svolta e anche un rifugio. Quando scrivi una canzone, la cosa più bella è vedere una sorta di fotografia di quello che provi dentro e poi puoi anche ascoltarla, è una sensazione stranissima. Penso ad esempio alla gente che magari è dal parrucchiere e sente questa canzone…».

—Ultimo

Fonte: Radio Italia

Il testo della canzone Niente è fluido, chiaro: non dev’essere interpretato ma solo ascoltato e assimilato. Il brano fornisce vari spunti di riflessione, esattamente l’intenzione sperata da Ultimo.

È che da tempo non so dove andare,
provo ad urlare ma non ho più voce.
Tu dici: “dai, si può ricominciare”,
ma io non ho da offrirti più parole.

È chiaro il riferimento all’isolamento che ci ha visti, giocoforza, protagonisti di una condizione che mai avremmo voluto, quando siamo stati confinati in casa e ci chiedevamo come avremmo passato le giornate e il nostro tempo, angosciati anche da ciò che avremmo dovuto sopportare.

L’artista riflette sul suo stato d’animo: sembra voler urlare tutta la sua rabbia ma non riesce nemmeno a farlo, perché rimane ammutolito e annichilito per la forte inquietudine.

Viene stimolato dalla sua ragazza a riprendersi, a ricominciare, ma lui si rende conto che qualcosa è cambiato nel loro rapporto. Si accorge di non riuscire più ad offrirle nulla di buono.

Sì, è vero, tu mi incanti anche se non mi parli,
ma il sole è spento e non lo vedo più da queste parti.
Sì, è vero, avevo detto che sarà per sempre:
è triste ma
quando mi abbracci non sento più niente.

Sente ancora che tra loro c’è un legame, ma non riesce a coglierne la piacevolezza. Malgrado le avesse promesso che la loro storia sarebbe durata per sempre, deve purtroppo prendere atto e coscienza che il loro abbraccio non lo appassiona come prima. È diventata quasi una sorta di abitudine.

Quando mi siedo sopra il tetto del mondo,
mi accorgo di essere il solito che si rifugia nel fondo
di questo stupido e fragile, il mio disonesto bicchiere
che bevo per mandare giù la parte mia che non si vede.
Tu parli sempre di tutto ma non hai mai una ragione;
io che sto zitto e subisco, penso a un futuro migliore.

Anche quando vorrebbe vedere le cose da diversi punti di vista, cercando di trovare il meglio di se stesso, si rende conto che non può mascherare ciò che prova. Ascolta le parole di lei che cerca risposte, che vorrebbe attenzioni che lui non riesce a darle, rimane impassibile in silenzio.

Pensa addirittura a nuovi scenari nel futuro, a una vita diversa da quella che sta vivendo in quel momento.

Certo che cosa ti pensi, che io sia felice?
Non vedi che uso il sorriso per mascherare le ferite?

Anche se maschera la sua sofferenza con un sorriso, non è felice né della propria indolenza, né del dispiacere di lei.

Io sono il solito s*****o che parla sempre di sé,
ma lo faccio perché tu non veda la parte vera di me.
Per questo guardami bene ché adesso cala il sipario:
se la gente s’aprisse non esisterebbe il teatro.
Sarà che devo mentire, mostrare ciò che non sono,
vorrei riuscire ad amare eppure io non mi emoziono.

Ammette di essere diventato egoista, di volere per sé tutte le attenzioni e di non riuscire più a darne, o di non volerne più dare. È anche un modo per non svelare la sua parte più interiore e vera: adesso però, se deciderà di porre fine alla sua relazione, dovrà necessariamente mostrarla, in quanto gli verrà richiesta sincerità.

Perché sognare mi ha reso una nuvola con i piedi,
per questo siamo vicini ma con diversi pensieri.

Ritiene che tutto questo sia anche il frutto del momento di tensione e solitudine dovuto alla pandemia. Non riesce più a emozionarsi: gli è rimasta solo la facoltà di sognare, tanto da definirsi una nuvola coi piedi. Non è però più capace di condividere quei sogni insieme alla compagna.

Vedi che non ci riesco?
Non sento la stessa emozione di prima,
sento che parlo, ma il corpo è diverso
e vedo persone che aspettano in fila,
sono lì fuori che aspettano tutti,
gridano il nome che ho scelto anni fa,
ma il mio non è un nome d’arte:
è il nome che ha scelto quel giorno per me la realtà.

L’artista si sente diverso, meno coinvolto. Ricorda quando le persone rimanevano in fila per assistere ai suoi concerti, quando gridavano il suo nome: “Ultimo”, un nome che lui dice di non aver scelto, ma di esserselo ritrovato cucito addosso perché parte della sua esistenza:

«Forse [il nome] è stata una scelta un po’ paracula, ma ha portato bene: ho sempre avuto una grande fame e tanta voglia di arrivare».

—Ultimo

Fonte: Vanity Fair Italia

Io che vivevo la vita,
là dentro a un parcheggio,
passavo le ore a parlare
coi sogni dentro me stesso.

Ricorda quando non aveva ancora raggiunto il successo e viveva sognando una vita migliore, quando in realtà si sentiva davvero “ultimo” tra i tanti.

Adesso guardo allo specchio,
vedo la stessa persona,
poi esco fuori di casa
e qualcosa in me non funziona.
La rabbia che avevo vive tutta dentro questa mia canzone.

Ora, malgrado la sua condizione sia ben diversa da quella di prima, sembra essere tornato indietro nel tempo: esce di casa e vede la desolazione. Questo gli procura molta rabbia, una collera che esplode interamente nelle parole di questa canzone.

La vita è un giro di giostra che inverte la direzione.

Si rende conto che la vita è come una giostra: gira, muta, si trasforma e cambia rotta.

Poi il mondo è un posto sbagliato
con le giuste intenzioni,
ma io sono quello che ho amato:
io sono le mie canzoni.

Il mondo, per quando sbagliato possa sembrare, non è mai spietato: qualche speranza la offre e il cantante ne fa tesoro, raccontando le sue emozioni nelle proprie canzoni che lo rappresentano come artista e cantautore.

Il video riflette ed esprime tutto il disagio di coppia.

Si apre con un abbraccio tra lui e la sua ragazza, quegli abbracci che, prima che la loro storia naufragasse, erano il suo rifugio, la sua certezza, mentre ora sono per lui senza emotività.

Si ritrovano distesi a letto e, mentre lei sembra dormire, lui si arrovella la mente con pensieri tristi. Si pone tante domande sul motivo che lo ha allontanato da lei, sembra volerla accarezzare ancora una volta ma ritrae la mano, forse per non farle ancora più del male.

E, mentre la vita di ogni giorno sembra consumarsi e svolgersi come al solito, tra l’alzarsi, lavarsi i denti, prendere un caffè, loro due, seppure a volte seduti insieme come durante la colazione, sono molto distanti e distaccati. Non si parlano per nulla ed emerge in tutta la sua imponenza la freddezza tra i due.

Lei cerca di affrontarlo come può e quando può: gli urla di guardarla, di accorgersi della sua presenza. Lui, mentre solitamente tende a rimanere in silenzio, a un tratto le si rivolge in malo modo, alzando la voce in modo quasi rabbioso, facendo venire fuori tutto il suo disappunto e il suo malessere.

Esce sbattendo la porta e portando con sé un foglio di carta e una penna, volendo scrivere ancora le sue impressioni come è solito fare, per vuole mettere quelle emozioni nero su bianco.

Mentre il cantante urla la sua rabbia, alle sue spalle fuori di casa si scorge un’automobile in fiamme, quasi uno scenario apocalittico, simbolo di qualcosa che si consuma.

Quando lei lo affronta ancora una volta per chiedergli spiegazioni e mandandolo a quel paese; lui si decide a dirle tutto, a sfogare finalmente tutto ciò che fino a quel momento aveva tenuto dentro.

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