Sign of the times (Harry Styles)

In una ballata dal testo apparentemente criptico, Styles – ex cantante del celebre quintetto anglo-irlandese One Direction – dà vita a una delicata dissertazione in versi sui drammi dei tempi moderni.

La contemporaneità viene letta in chiave potenzialmente positiva, ma realisticamente disastrosa.

Infatti, capita che nella modernità, anziché essere portati a rendersi conto degli errori commessi in recenti tempi storici a causa del reiterare di idee malsane, spesso si persevera nel compiere gli stessi errori di valutazione e nell’infliggere le stesse ferite ancora e ancora.

Styles afferma:

Molte delle cose che mi fanno male di ciò che succede ai nostri giorni non riguardano la politica, bensì i diritti fondamentali. Uguali diritti. Per tutti, tutte le razze, i sessi, tutto… (rollingstone.com)

È un testo denso quello con cui Harry Styles debutta da solista, eppure l’origine più profonda e insospettabile del contenuto viene svelata dal cantante stesso. Infatti, oltre che trattare le difficoltà della società odierna, i moniti della canzone ricordano più una sorta di testamento di vita.

Quest’impressione è più che voluta, giacché il mittente immaginario della canzone è una madre che sta per mettere al mondo il figlio ma che, a causa di complicazioni, sa che lei morirà subito dopo.

Questa visione ribalta in parte l’interpretazione della canzone, trasformandola in un tragico inno alla nascita.

Dice Harry Styles, sempre per Rolling Stone:

Alla madre viene detto: “Il bambino sta bene, ma tu non ce la farai”. La madre ha cinque minuti per dire al bambino: “Va’ e conquista”. (ibidem)

La ballata diventa un ultimo atto d’amore da parte della madre, la quale è cosciente di non poter guidare il figlio, passo dopo passo, in quel cammino spinoso che è la vita.

Il messaggio di Sign of the Times è: “Non è la prima volta che passiamo un brutto momento e non sarà l’ultimo”. (ibidem)

Ciò che le resta è “parlare” con il figlio, comunicargli che cos’è la vita e infondergli che, nonostante l’esistenza sia spesso intrisa di grigiore e ingiustizia (il fatto stesso che lei stia per morire lo è), non vale la pena perdere la voglia di stare al mondo, in quanto vivere è proprio questo: resistere, ma imparare.

La canzone può essere letta, sebbene non ufficialmente, anche con il significato della fine di una relazione tossica.


Smetti di piangere
è un segno del tempo

Il testo si apre con un’esortazione a non piangere più. Che sia la madre a dirlo, oppure Harry Styles, entrambe le versioni sono perfettamente e volutamente plausibili.

Che le cose vadano così è un segno del tempo («sign of the times»). Quest’affermazione è il tema portante di tutta la canzone, oltre che il verso da cui deriva il titolo. Questo verso racchiude un soffio di rassegnata accettazione, sta ad indicare che la situazione è questa (i “tempi” sono questi), che non è possibile cambiarla e che bisogna andare avanti, pur con tutto il dolore che tutto ciò comporta.

Benvenuti allo spettacolo finale
Spero indossiate i vostri abiti migliori

Con ironica amarezza, Styles apre al pubblico lo spettacolo finale, come se fosse l’elegante annunciatore di questo show imposto che è la fine di una vita.

Si vive in un’epoca che ci viene continuamente prospettata come fine. Fine dei valori, dell’etica, inizio di mille guerre, scontri sociali e culturali.

È un po’ come trovarsi di fronte a uno spettacolo triste, in cui si vedono soltanto macerie, disgrazie, malcontento, tristezza, povertà, emarginazione – uno spettacolo poco edificante.

Lo «spettacolo finale» indica dunque l’essere agli sgoccioli, l’essere a un crocevia: o si va avanti nel bene, raccogliendo i pezzi e indossando l'”abito” migliore che si riesce a sfoggiare, o si andrà a sbattere.

Non puoi comprarti la porta nel tuo percorso verso il cielo
Sembri stare così bene laggiù
ma non stai veramente bene

Sebbene nella vita terrena ci sia sempre qualcuno o qualcosa da corrompere per avere il meglio, nel caso del proprio destino finale è diverso. Infatti non si può comprare un posto in paradiso.

Parlando come già fosse più in cielo che in terra, la madre volge il suo sguardo verso il figlio e nota come quest’ultimo sembri stare bene quando, in realtà, è consapevole che perdendo la sua figura genitoriale non sarà mai davvero così.

Se non impariamo mai, se ci siamo già passati
perché siamo sempre qui a scappare
dai proiettili?

Il ritornello intreccia il discorso della madre con il monito di Styles. Nonostante i drammi, i dolori e gli errori, è come se non si imparasse mai e si ricadesse sempre a soccombere – e a cercare di sfuggire – alle aggressioni della vita, cioè i proiettili.

Ci sono già state guerre e sofferenze, eppure siamo sempre qui a farne delle altre, a riscontrarci da capo, magari facendo finta che vada ancora tutto bene e non ci sia niente da risolvere davvero.

Secondo alcune speculazioni, l’immagine dei proiettili potrebbe rievocare la sparatoria della strage di Orlando, avvenuta a giugno 2016, durante la quale sono state uccise oltre 100 persone in un night club dell’omonima città in Florida.

Smetti di piangere
è un segno del tempo
Dobbiamo andar via da qui

La decisione più giusta sembra essere quella di porre fine alla situazione di dolore, il più presto possibile.

Tesoro, andrà tutto bene
Mi hanno detto che la fine è vicina

La madre continua a rassicurare il figlio, anche se lei non ci sarà più e sa che ciò avverrà a breve.

Letta in chiave di una relazione che è sul finire, «mi hanno detto» può essere riferito ai familiari e le persone vicine, che hanno notato come il rapporto sia diventato disfunzionale.

Goditi più che puoi l’esperienza
di irrompere nell’atmosfera
E le cose sono proprio belle viste da qui

È come se il figlio, in un certo senso, sapesse che la madre deve morire. La madre lo tranquillizza, dicendogli che le cose sono belle nella vita reale («viste da qui»).

Ricorda, tutto andrà bene
Possiamo incontrarci da qualche parte
un luogo lontano da qui

Gli promette di proteggerlo e di incontrarlo prima o poi da qualche parte. È come canto di una madre che vorrebbe tranquillizzare il proprio feto.

Non parliamo abbastanza
Dovremmo aprirci tra noi
prima che la situazione diventi insostenibile

Il messaggio di questa strofa sembra un invito all’umanità a riunirsi nuovamente, imparare a comunicare e cercare di accorciare certe distanze. In caso contrario, il prezzo da pagare sarà inevitabilmente un sempre più triste epilogo.

Nel caso della nascita, visto il momento che rende triste questo lieto evento, c’è da parte della madre la consapevolezza che non ci sarà quella tipica comunicazione tra madre e figlio, quei momenti in cui una madre parla col proprio bambino, sia appena nato, sia quando crescerà.

Impareremo mai?
Ci siamo già passati
è tutto ciò che sappiamo

«Impareremo mai?» è l’ultima domanda che si pone il cantante/madre, a metà tra una punta di amarezza e, forse, una di speranza.


In conclusione, tornando al punto di vista della madre, in alcuni casi la forza della maternità è talmente al di sopra delle propria scelte che, malgrado si sia consapevoli che potrebbe esserci un’incognita in un senso o nell’altro – sia che riguardi il bambino o il genitore –, talvolta si è comunque convinti a portarla avanti e renderla qualcosa di reale. Nel caso della storia raccontata da questa canzone, la natura dell’incognita è già svelata, poiché la mamma porta avanti la gravidanza del figlio pur sapendo che lo lascerà da solo. Lei sarà da qualche parte che lo proteggerà ma, sicuramente, non sarà con lui.


In merito al video della canzone, esso è interpretabile da vari punti di vista. Ad esempio, il momento in cui Styles si libbra sulle acque in movimento potrebbe benissimo essere equiparato al rompersi delle acque, trattando la canzone di nascita.

Ci sono numerose teorie e commenti sul significato del video:

Ciò che è più interessante, forse, è che il video è “tutto natura”. […] Su un certo livello, ciò porta all’effetto che lui, Harry Styles, sta cantando direttamente rivolto verso di te, lo spettatore (effetto accentuato da tutti quei primi piani). Su un altro livello, tuttavia, per una canzone che sembra piuttosto carica di commenti riguardo lo stato del mondo odierno, evitare di mostrare qualcosa che riguardi questa tematica nel video di accompagnamento porta la canzone su un livello differente. Non si tratta solo di accettare le cose come un “segno del tempo” quanto, piuttosto, scappare via prima che il volo stesso cominci. (culturess.com)


Curiosamente, la canzone condivide quasi l’esatto titolo con l’album Sign O’ the Times di Prince, uscito il 30 marzo 1987, cioè esattamente 30 anni e 1 giorno prima del singolo di Styles (31 marzo 2017).

Il titolo della canzone è, inoltre, omonima a Sign of the Times degli Europe (1988).

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